Roma, a Massimina il nuovo servizio di bus a chiamata: ecco come funziona
Sono grigi, sfrecciano come se fossero dei taxi tra le stradine del quartiere Massimina a Roma, e in circa 15 minuti possono trasportare un massimo di 7 persone fino alla stazione Aurelia. Sono attivi da ieri i pulmini del Clicbus, il nuovo servizio di bus a chiamata istituito dal Comune di Roma. Attualmente le navette operano solo nella zona di Massimina, sono gratuite e disponibili sette giorni su sette.
E nonostante siano ancora in fase di sperimentazione, in sole 24 ore i nuovi “taxi-bus” hanno già ricevuto decine di prenotazioni, attirando anche dei “turisti” da altri quartieri. “Questo è il primo tentativo che facciamo, in realtà veniamo da altre zone della Capitale, ma lo abbiamo provato per curiosità”, raccontano due uomini di circa 50 anni saliti alla stazione Aurelia. “Vediamo come funziona e se ha presa sulle persone, ma sembrerebbe di sì”, concludono i due.
Stando a chi si occupa di trasportare i passeggeri, infatti, il telefono attivo per le prenotazioni da ieri non ha smesso di squillare: “Ho iniziato alle 5:30 e sono andato avanti senza sosta, a metà mattina ho già fatto 30 corse, siamo intasatissimi”, ammette un autista. La 31ma corsa è iniziata intorno alle 11:30. Per prenotare bisogna chiamare con almeno 30 minuti di anticipo, e la prima volta bisogna fornire il proprio nome, un numero di telefono e la mail, dopodiché si riceve dall’operatore un codice da riferire all’autista. Bisogna comunicare anche il punto di partenza, in modo da poter essere raggiunti. La stessa cosa può essere fatta tramite applicazione sul telefono.
“Solo chi ha la prenotazione può usufruire del servizio, altrimenti non possiamo far salire sul bus”, spiega l’autista, mentre si districa tra le strade del quartiere. In circa 15 minuti dal centro di Massimina si arriva fino alla stazione Aurelia, attualmente il punto più lontano che si può raggiungere con il pulmino. “Le persone del quartiere stanno iniziando a scoprire il servizio, ma per tanti, soprattutto anziani e disabili, è una boccata d’ossigeno. Tanti passeggeri che ho trasportato sono rimasti molto contenti”, conclude.
Passeggiando per il quartiere della periferia a ovest di Roma, sono diverse le persone nei negozi e nei bar che commentano il nuovo servizio, tra chi ne sente parlare per la prima volta e chi ha già avuto modo di sperimentarlo. “Non lo conoscevo come servizio, ma l’ho visto passare già un po’ di volte, dato che non guido mi sembra molto utile, lo proverò appena possibile”, afferma Tina, una signora di circa di 70 anni, seduta in un bar di via della Massimilla. Tra chi lo ha già provato, tuttavia, non sono mancate alcune disavventure. “Dovevo prenderlo stamattina, ma l’autista non ci ha visto e ha tirato dritto”, racconta ridendo un’anziana di circa 80 anni davanti alla fermata del bus insieme al marito. “L’operatore però si è attivato subito per mandarne un altro – aggiunge la donna -. Devo dire che è una bella cosa, i mezzi che girano qua sono tutti rotti, sembrano reduci dalla guerra, e poi quando non ci sono le scuole passano quando si ricordano, per cui una cosa di questo genere ci voleva proprio”, conclude.
“L’ho usato oggi per la prima volta, devo dire che mi sono trovata bene, anche se ci siamo dovuti accordare su dove trovarci”, spiega Carlotta, una lavoratrice di circa 30 anni. “Hanno provato a passare dalla zona dove vivo io – aggiunge – ma ci sono le strade strette e tante auto parcheggiate, per cui rischiano di incastrarsi”. Nonostante gli inconvenienti, il giudizio degli abitanti sui bus a chiamata sembra essere positivo: “L’ho scoperta ieri per caso questa cosa, è comoda per spostarsi nel quartiere”, afferma una donna sulla settantina davanti alle poste. “Per andare da qui al fruttivendolo – aggiunge – non è tanta strada, ma a piedi faccio un po’ fatica. I giovani possono camminare senza problemi, noi più in là con gli anni un po’ meno. Speriamo che rimanga gratuito per un po’ di tempo”, conclude.
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