Sara Pedri, l’ex primario Tateo parla in aula e si commuove: «Non sapevo del suo disagio»


diDafne Roat

Trento, esame fiume per l’ex primario accusato di maltrattamenti nell’ambito dell’inchiesta dopo la scomparsa della giovane ginecologa di Forlì, il 4 marzo 2021. «C’era una fazione contro di me»

Ha parlato per quasi otto ore, senza mai un cedimento. Solo quando il discorso si è spostato su Sara Pedri ha avuto un attimo di esitazione, di commozione. «Non ho mai avuto alcun sentore del suo disagio o di difficoltà particolari, se non quando è arrivata una richiesta di malattia», ha spiegato ieri, venerdì 19 aprile, nell’aula d’assise a porte chiuse l’ex direttore dell’unità operativa di ostetricia e ginecologia Saverio Tateo, accusato, insieme alla sua vice Liliana Mereu, di maltrattamenti nell’ambito dell’inchiesta della Procura aperta dopo la scomparsa della giovane ginecologa di Forlì, il 4 marzo 2021. 

La verità di Tateo

Un’udienza fiume, faticosa. Il primario ha raccontato la sua verità, rispondendo alle domande dei suoi avvocati Salvatore Scuto e Nicola Stolfi, talvolta incalzato anche dal giudice Marco Tamburrino, e ripercorrendo le singole contestazioni custodite nel corposo fascicolo dei pm Davide Ognibene e Maria Colpani, relative alle 21 parti offese indicate dalla Procura. Sara lo aveva chiamato al telefono da Forlì quando si era presa un periodo di malattia, solo allora il primario si sarebbe reso conto del malessere della giovane ginecologa. «Mi disse che non si trovava bene, le risposi di farsi forza che avremmo potuto aiutarla, trasferirla», ha spiegato in aula. A inizio marzo, infatti, Sara sarebbe dovuta tornare a lavorare all’ospedale di Cles, ma in reparto non è mai tornata. Ha inviato la lettera di dimissioni all’azienda sanitaria e poi è svanita nel nulla, la famiglia è convinta che si sia tolta la vita per il clima difficile e le tensioni sul lavoro. Ma in aula Tateo ha letto una lunga email che la dottoressa Pedri gli aveva mandato per ringraziarlo, poi ha ricordato il giorno della scomparsa: «Fui informato la sera da un medico, chiesi in reparto se qualcuno aveva con lei un rapporto più stretto e poteva sapere che cosa era successo».

La riorganizzazione dell’unità operativa

Il lungo esame del primario non si è però concentrato solo sul dramma della giovane dottoressa, Tateo ha insistito molto sulla riorganizzazione dell’unità operativa di ostetricia e ginecologia, della «rivoluzione» che lui aveva portato e che non sarebbe piaciuta a tutti. Il primario ha ricordato i risultati e le dinamiche gestionali che hanno portato il reparto a livelli di eccellenza, sottolineando poi l’importanza di un’unità operativa che contava oltre 150 dipendenti. Questo per far capire che forse la sua riorganizzazione non era piaciuta a qualcuno, ma non a tutti. Le sue decisioni, che sarebbero state dettate solo da motivazioni di natura gestionale — ha ribadito — , avrebbero creato malumori in corsia. Secondo Tateo forse qualcuno era scontento perché aveva mire di carriera e non sarebbe stato accontentato, ma non c’era volontà di penalizzare o sminuire la professionalità delle dottoresse. Questo il senso delle parole di Tateo che ha ripetuto con un certo orgoglio l’alto livello raggiunto. 

La gestione del reparto

Su questo punto il giudice lo ha incalzato e gli ha chiesto: «Perché, se andava così bene, ci sarebbero stati questi malumori?». «Si erano create delle fazioni», «c’era una fazione contro di me», ha chiarito il professionista. Ma lui non avrebbe avuto la consapevolezza di questo, almeno non subito. In un secondo momento avrebbe compreso che la sua gestione aveva diviso le opinioni all’interno del reparto tra chi vedeva di buon occhio i suoi cambiamenti e chi era «contro di lui». Ma nessuna vessazione, nessun maltrattamento, tutto sarebbe rientrato nelle normali problematiche gestionali di un reparto. Agli occhi delle otto ginecologhe che si sono costituite parti civili, e delle altre parti offese, però, la verità è un’altra: «Turni massacranti, aggressioni verbali». Tateo ieri ha risposto anche su questo, ricordando la famosa richiesta di un incontro per discutere dei turni, per la quale aveva sollecitato una lista con la firma dei richiedenti.

Il braccio di ferro con l’azienda sanitaria

Sono le 18 quando il giudice decide di rinviare l’udienza, ma l’esame non è ancora terminato. Ci sono altre posizioni da analizzare su cui Tateo vuole fare chiarezza, si proseguirà nella prossima udienza di fine aprile, in quella sede è previsto il contro esame delle parti civili e della Procura. La sentenza non arriverà prima di fine anno. «Non posso entrare nel merito ma tutto ciò che è stato riferito era assolutamente prevedibile», afferma l’avvocato di parte civile Andrea de Bertolini a margine dell’udienza. Intanto prosegue il braccio di ferro tra l’ex primario del Santa Chiara e l’azienda sanitaria anche sul fronte del licenziamento dichiarato illegittimo dal giudice del lavoro. Non è stato ancora raggiunto un accordo, la richiesta di Tateo sfiora i 300mila euro, ma l’Azienda ne ha offerti la metà.

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19 aprile 2024 ( modifica il 19 aprile 2024 | 23:14)



Fonte: https://corrieredeltrentino.corriere.it/notizie/cronaca/24_aprile_19/saverio-tateo-in-aula-l-ex-primario-parla-di-sara-pedri-e-si-commuove-non-sapevo-del-suo-disagio-7bf3bb65-2317-4728-ae83-bfcad38e6xlk.shtml

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