Stellantis, a Cassino lasciano in 265: così sono quasi 2mila gli addetti in uscita dal Gruppo

Con le 265 nuove uscite incentivate nella fabbrica di Cassino, sale a quota 1.925 il numero di addetti che lasceranno il Gruppo Stellantis nei prossimi mesi, a seguito di accordi sindacali che prevedono incentivi per chi è vicino alla pensione. Si tratta dell’ultimo, in ordine di tempo, intervento sugli stabilimenti italiani del Gruppo per “allegerire” i costi e la struttura, per allinearla a produzione e mercato. Per la Fiom, unico tra i sindacati metalmeccanici che ha deciso di non firmare gli accordi, si tratta di un ennesimo depauperamento dei siti italiani ai quali manca una reale prospettiva industriale. «Serve un cambiamento sempre più urgente – commenta Samuele Lodi responsabile Auto della Fiom – concretizzabile solo con investimenti, nuovi modelli, anticipo della produzione dei modelli annunciati e rigenerazione dell’occupazione».
Il contesto è quello di una produzione nel settore auto, come certificato dall’ultimo dato Istat, che pesa e condiziona l’andamento dell’intera manifattura italiana (il primo quadrimestre dell’anno registra un calo dell’1,2%, discesa che raddoppia guardando alla sola manifattura), di un mercato con immatricolazioni in stallo rispetto all’anno scorso e di una produzione del Gruppo italo-francese che, sotto il governo dell’ex ceo Carlos Tavares, ha spostato le produzioni verso aree periferiche come Serbia e Polonia. Due giorni fa è stata la volta di Mirafiori, con 610 uscite, perlopiù nelle Carrozzerie e nell’Ingegneria, prima c’è stata Melfi, Termoli, Pomigliano.
Il 2025 resta per la produzione automotive in Italia un anno ancora più difficile rispetto al 2024, con volumi in ulteriore calo rispetto alla riduzione già registrata l’anno scorso quando la produzione di autovetture è tornata a livelli da anni Cinquanta. Gli effetti del Piano Italia ed eventualmente del nuovo corso che vorrà dare il ceo Antonio Filosa non si vedranno prima del 2026 inoltrato, con le nuove produzioni a Melfi (tra le altre la DS8 e la nuova Jeep Compass) e a Mirafiori, dove in autunno dovrebbe iniziare la salita produttiva per la Fiat 500 ibrida.
E se la contrazione dei volumi di produzione del settore sembra essersi fermata secondo gli ultimi dati della Germania, in Italia il salasso è ancora in corso, con la prospettiva – dopo il primo trimestre dell’anno (dati Fim-Cisl) con un calo dei volumi del 30% sul 2024 – di consegnare un secondo trimestre in ulteriore assottigliamento e un intero anno con numeri al lumicino.