stipendi e carriere, donne tradite su tutto- Corriere.it


di Elisabetta Soglio

Un’indagine sulla disparit salariale: il libro-studio delle Acli sull’occupazione femminile. Il presidente Manfredonia: Schiavit che insidia la democrazia

Partiamo dai numeri. Il 24,8 per cento delle lavoratrici, pur avendo una occupazione continuativa, non riesce a raggiungere un reddito che superi i 15 mila euro annui. Gli uomini in questa fascia sono il 6,8 %. Le under 35 con questo salario massimo sono il 31,2 % e i coetanei maschi sono il 12,7. Fra i 36 e i 45 anni le donne che restano sotto la soglia dei 15mila euro sono il 25,9 % contro il 6,4 dei colleghi. Stessa forbice per i salari medi e alti: questi ultimi riguardano (et 46-55 anni) il 39,3 delle lavoratrici contro il 66,7 dei lavoratori. Togliendo le distinzioni anagrafiche scopriamo che le donne con reddito alto sono il 35,6 % contro il 60,6 degli uomini.

Questi e altri dati fanno parte della preziosa ricerca curata dall’Area Lavoro-Coordinamento donne delle Acli che ha esaminato le cifre raccolte nei Patronati e nei Caf gestiti dall’associazione in tutto il Paese. Dati cos significativi che Acli ne ha voluto fare un libro in distribuzione gratis, marted 4 aprile con il Corriere della Sera. Si intitola Lavorare Dis/pari – Un’indagine sulla disparit salariale di genere
questo importante volume che dovrebbe indurre ciascuno di noi a riflettere, ciascuno nel proprio ruolo e con le proprie competenze, per impegnarsi a superare un divario cos iniquo.

Scrive Emiliano Manfredonia, Presidente delle Acli, nella prefazione: Se vero che il lavoro contribuisce a definire l’identit della persona, e se vero che il fondamento della Repubblica il lavoro, allora si pu dire che il modo in cui la persona, il cittadino, vive il suo lavoro e le relazioni che esso genera il termometro della vita civile del Paese, e un lavoro malpagato, privo di diritti e di equit, non un lavoro ma una nuova forma di schiavit e negazione della democrazia. Anche perch in conseguenza di questa situazione, le donne sono oggettivamente meno libere e indipendenti: sono loro a ricorrere con maggiore frequenza alla richiesta di aiuti e sussidi e anche i dati del reddito di cittadinanza dimostrano questa fatica tutta declinata al femminile.

Si indigna Chiara Volpato, responsabile nazionale del Coordinamento Donne Acli: Non riesco a comprendere come non generi allarme sociale la disparit esistente tra donne e uomini nel mercato del lavoro, in un contesto in cui le donne sono sempre pi povere, pi sole, costrette spesso ad abbandonare la carriera per occuparsi di figli o parenti anziani e in cui il mancato apporto femminile sicuramente impoverisce il mercato del lavoro e lo sviluppo del Paese. La situazione peggiorata dopo la pandemia e questo quadro fa pensare ad un futuro pensionistico drammatico per una platea sempre pi ampia di donne, con conseguenze inevitabili per un sempre pi fragile Stato sociale.

Ecco perch il Corriere
e l’inserto Buone Notizie
hanno sposato l’iniziativa e la propongono ai lettori: questi numeri sono notizie pessime e l’unico buono che vediamo l’impegno delle Acli e di tante realt del Terzo settore nel denunciare (ma anche sostenere e affiancare) le donne pi emarginate. Ma bisogna partire dalla consapevolezza e dalla conoscenza per agire tutti insieme contro questo tipo di lavoro cattivo, umiliante, discriminante e ingiusto. <Lavorare Dis/pari> ci pu mettere sulla strada giusta.

3 aprile 2023 (modifica il 3 aprile 2023 | 16:24)



Fonte: https://www.corriere.it/buone-notizie/23_aprile_03/lavorare-dispari-stipendi-carriere-donne-tradite-tutto-ed492e04-d225-11ed-89c0-c0954998de15.shtml

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