Teatro della Posta Vecchia, si riapre il sipario con “Pensaci Giacomino!”
Il teatro della Posta Vecchia di Agrigento, nella salita Gambertoni in via Atenea, sabato 11 e domenica 12 gennaio ospiterà la rappresentazione del classico pirandelliano “Pensaci Giacomino!”. Nell’anno di Agrigento Capitale italiana della cultura il gruppo teatrale Caos, che porta il nome del luogo natale del grande drammaturgo agrigentino, ha voluto mettere in scena quest’opera per tributare al suo cittadino più illustre. Ricavato dalla novella pubblicata nel 1910 sul Corriere della Sera, è stato trasposto anche in siciliano per l’attore comico e gloria del teatro dialettale Angelo Musco, che fu interprete della versione cinematografica del 1936. Luigi Pirandello affronta una questione sociale che si intreccia con le convenzioni borghesi dell’epoca in cui la responsabilità morale effettiva si contrappone a quella pubblica apparente.
Si indossa una maschera che occulta la propria natura e si è quello che vedono gli altri e si viene giudicati per la maschera che si indossa. È il paradosso borghese di Pirandello, condizionato dalla figura incombente del padre dispotico e dalla disattenzione della madre, affidato alla governante che gli trasmetterà una visione arcana e magica della donna che ne plasmerà la personalità poliedrica e curiosa. Il professore Agostino Toti, protagonista della vicenda, interpretato da Enzo Minaldi, riesce con la sua caparbietà dettata da “onestà” e “voglia di far bene a qualcuno alle spalle del governo”, a sconfiggere le apparenze e i condizionamenti da queste dettate. Ne esce sconfitto il direttore della scuola, interpretato da Francesco Brocato, tipico burocrate di quei tempi e il direttore della banca con le fattezze di Gero Ferlisi succube dei giudizi determinati dal suo “status. Ne escono sconfitti i coniugi Cinquemani interpretati da Filippo Sferlazza e Carmen Trupia, capaci di scacciare di casa la figlia per salvaguardare il “santo rossore della faccia” di fronte al giudizio della gente.
Ne esce sconfitta Rosaria De Lisi (Elisabetta La Rocca) che avrebbe desiderato altro futuro per il fratello gestito come figlio. Come non considerare vinto ed umiliato anche don Landolina (Sandro Re), sacerdote legato più alla salvaguardia dell’immagine che non al bene di una creaturina frutto della “colpa”. Ne esce sconfitta anche la governante del professore, Rosa (Giusy Alaimo), che pur vivendo nella mal considerata casa Toti, detesta il professore. In ultimo risulta sconfitto Giacomino (Alessandro Cutaia), sballottato fra l’essere e l’apparire, padre di un bimbo con un cognome diverso dal suo, più confuso che convinto dei suoi comportamenti condizionati da tutti. In ultimo Lillina (Laura Di Fede), dolcissima creatura vittima di un atto d’amore che per l’epoca ne determinava la considerazione sociale. Fra tutti emerge solamente la figura del professore Toti, il più intelligente in fondo, quello che sente di poter scegliere, di essere padrone della propria vita, delle proprie certezze, dei propri errori, pronto a pagare, a sentire tutto sulla sua pelle con coraggio e determinazione.