Tunisia, Algeria e Libia verso la realizzazione di un “corridoio elettrico”


L’interconnessione elettrica tripartita fra Tunisia, Algeria e Libia rappresenta una sfida ambiziosa, ma anche un’opportunità unica per rafforzare i rapporti che legano i tre Paesi. E’ quanto emerso da un incontro di alto livello, tenutosi ieri a Tunisi, che ha posto le basi per una cooperazione ancora più stretta nel settore elettrico tra Tunisia e Algeria. Al centro dell’incontro, che ha visto la partecipazione della ministra dell’Industria, delle miniere e dell’energia tunisina Fatima Thabet Chiboub, e dell’amministratore delegato di Sonelgaz, Mourad Ajjal, c’è stata la volontà comune di intensificare gli scambi energetici e di rafforzare l’interconnessione elettrica tripartita con la Libia, riferisce una dichiarazione del dicastero tunisino. “Le relazioni tra Tunisia e Algeria sono storicamente profonde e radicate. Questo nuovo capitolo della cooperazione energetica testimonia la volontà dei due Paesi di rafforzare ulteriormente i loro legami e di affrontare insieme le sfide energetiche del futuro”, ha dichiarato Chiboub.

L’incontro di ieri ha permesso di fare il punto della situazione e di definire i prossimi passi del progetto. Tra gli obiettivi principali: affrontare il picco estivo del consumo elettrico in quanto l’interconnessione elettrica permetterà di condividere le risorse energetiche e di far fronte ai picchi di domanda, garantendo una maggiore stabilità del sistema elettrico; sviluppare le energie rinnovabili; e scambiare conoscenze e competenze. La cooperazione tra le due aziende di stato, la tunisina Steg e l’algerina Sonelgaz, sarà infatti fondamentale per lo scambio di know-how e per la formazione del personale.

La recente firma di due accordi tra Steg e Sonelgaz, in tal senso, segna una nuova tappa importante in questo percorso. Questi accordi riguardano lo scambio di conoscenze tecniche e la realizzazione di progetti congiunti. “Questo incontro dimostra la nostra determinazione a rafforzare la cooperazione bilaterale nel settore energetico”, ha dichiarato la ministra tunisina, indicando che “l’interconnessione elettrica tripartita è un progetto strategico che ci permetterà di affrontare le sfide energetiche del futuro e di favorire lo sviluppo economico della regione”.

La Tunisia sta sviluppando diversi progetti verdi con paesi partner, oltre a lavorare per sviluppare investimenti climatici a livello nazionale e internazionale, in cooperazione con i settori pubblico e privato, promuovendo progetti con grande potenziale per ridurre le emissioni di gas serra nel quadro del capitolo 6 dell’accordo di Parigi. Secondo l’Agenzia nazionale per la gestione dell’energia (Anme), il Paese ambisce ad aumentare la propria quota di energie rinnovabili nella produzione complessiva di energia al 35 percento entro i prossimi sei anni, dall’attuale cinque per cento, garantendo un approvvigionamento energetico sicuro, accessibile a tutti e a prezzi ragionevoli per il 2035. Questa strategia, secondo il ministero dell’Energia di Tunisi, rientra in una visione volta a contrastare, nel breve termine, il problema della sicurezza energetica attraverso un modello energetico sostenibile.

Essenziale nell’ambito di questa trasformazione energetica, anche la produzione di idrogeno verde che, con un progetto ambizioso e a lungo termine, potrebbe raggiungere gli 8,3 milioni di tonnellate entro il 2050, trasformando l’attuale panorama industriale ed energetico nonché l’economia locale e globale, soprattutto per l’Europa affamata di energia pulita. Le stime suggeriscono che, a pieno regime, la Tunisia potrebbe esportare fino a 6 milioni di tonnellate di idrogeno all’anno creando un ecosistema energetico potente e sostenibile, con conseguenze significative sulla scena internazionale. Va in questo senso il recente memorandum d’intesa con la società francese Total Energies e la società austriaca che consentirà di produrre 200 mila tonnellate di idrogeno verde nella sua prima fase e installare circa 5.000 megawatt di energia da fonti rinnovabili e 2.000 megawatt da tecnologia elettrolisi. L’investimento ammonta a circa 8 miliardi di euro nella prima fase e 40 miliardi di euro nella fase finale.

A contribuire maggiormente alla transizione energetica, ultimo, ma non certamente per importanza, il progetto di interconnessione energetica Elmed che prevede la realizzazione di un cavo sottomarino di oltre 240 chilometri tra la stazione elettrica di Partanna (Trapani) con la penisola del Capo Bon. L’opera, dal valore di 840 milioni di euro, sarà realizzata dall’italiana Terna e la società gestore della rete elettrica tunisina, Steg. Ad opera completata l’infrastruttura garantirà una corrente continua di 600 megawatt tra le due sponde del Mediterraneo. In prospettiva l’opera consentirà, da un lato, alla Tunisia di esportare energia “pulita” verso l’Europa; dall’altro, l’infrastruttura potrà costituire una fonte di approvvigionamento energetico per l’intera regione nordafricana, rendendo, di fatto, la Tunisia un hub energetico.

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Fonte: https://www.agenzianova.com/news/tunisia-algeria-e-libia-verso-la-realizzazione-di-un-corridoio-elettrico/

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