Un cimitero di parole (e luoghi comuni) contro chi cerca una possibilità- Corriere.it


di Roberto Saviano

L’immagine mostra la spiaggia di Riace dove i militanti di Casapound hanno posizionato delle croci sulle quali non ci sono i nomi delle persone morte durante le traversate, ma i termini baby gang, molestie, attentati: cio, secondo loro, le conseguenze degli sbarchi

Questa rubrica di Roberto Saviano stata pubblicata su 7 in edicola il 26 maggio. E’ dedicata alla fotografia. Meglio, ad una o pi foto da condividere con voi — spiega l’autore — che possa raccontare una storia attraverso uno scatto. Perch la fotografia testimonianza e indica il compito di dare e di essere prova. Una prova quando la incontri devi proteggerla, mostrarla, testimoniarla. Devi diventare tu stesso prova

La spiaggia quella di Riace e, vista cos, in lontananza, sembra quasi che anime compassionevoli abbiamo voluto piantare l quelle croci come monito, per mostrare cosa accade quando il salvataggio in mare viene scambiato per un braccio di ferro tra la ferocia e la morte. Una sfida in cui, chiunque vinca, perdiamo tutti, chi la vita, chi la dignit, chi l’umanit, chi il futuro. Quando l’obiettivo primario creare consenso sulla paura, perseguire quel divide et impera che abbiamo capito essere l’unico capitale per chi non sa fare campagna elettorale, n politica, se non costruendo un nemico e indicandolo alla massa di sofferenti e insofferenti come capro espiatorio per le proprie pene. Ecco cosa sembra da lontano questa distesa di croci… sembra, ma non lo . S perch, se invece guardate bene e da vicino le croci, ogni singola croce, sarete colti da una sensazione di profondo disgusto, da un disagio incontenibile che spinge a dire, a chi ha osato piantarle: ma come avete potuto!? Come potete mentire cos? Come potete inventare una realt parallela e finta, ma fatta della stessa sostanza, degli stessi corpi, degli stessi corpi morti, degli stessi orrori! Come fate a non avere piet nemmeno di fronte a una sofferenza a cui nessun governo, nessun politico, nessun percorso riesce a mettere la parola fine? Come fate a speculare in questo modo sulla disperazione?

L’OBIETTIVO DISUMANIZZARE CHI ARRIVA, CHI SOFFRE, CHI PRESTA SOCCORSO, CHI SALVA, CHI DIFENDE

, questa, un’azione di vile disinformazione, ideata dai militanti di Casapound. E quindi quelle croci non stanno l a ricordare le migliaia di persone che nel Mediterraneo hanno perso e perderanno la vita. No, della vita di quei disperati a Casapound cosa importa… su quelle croci sono segnalate quelle che, secondo loro, sarebbero le conseguenze dell’immigrazione. Baby gang, molestie, attentati… E la colpa di chi sarebbe? Trafficanti e Ong. Bravi davvero: non avete capito niente di quello che accade in Italia, nel Mediterraneo, in Libia, in Africa, in Turchia, in Siria, in Iran, in Pakistan, in Afghanistan. Bravi davvero in questo sfoggio dei pi bassi luoghi comuni: atrocit sconfessate da chiunque conosca il fenomeno migratorio e la storia delle organizzazioni criminali italiane. La peggiore disinformazione che la politica o il movimentismo – in realt sedicenti tali – possano fare: prendersela con chi non ha nulla, con chi non ha voce, con chi non ha rappresentanza.

Era il primo luglio 1998 quando sulla spiaggia di Riace una imbarcazione arriv davvero, carica di persone. Erano curdi e fuggivano da fame e persecuzione. Ma questo a chi importa… non certo ai truci di Casapound, per i quali basta avere la pelle di un colore diverso per essere considerato a priori uno spacciatore, un terrorista e un violentatore. Questo accadeva agli italiani, nei secoli scorsi, quando per fame e disperazione lasciavano l’amata terra per sopravvivere altrove. Una storia di discriminazione, di criminalizzazione, di linciaggi. Una storia che sembra non essere mai accaduta. Era il primo luglio 1998 quando a Riace fu piantato il primo seme del Villaggio Globale di Mimmo Lucano, quell’esperienza di integrazione presa a modello da tutto il mondo, ma criminalizzata e demolita in Italia, da un governo di centro sinistra prima e da governi di estrema destra poi.

Era il 1998 e le parole d’ordine di questa destra, incapace di comprendere ci che accade, ma capacissima nel prendere a calci chi gi a terra, ancora non erano entrate nel dibattito, nel gergo comune, ancora non erano penetrate sottopelle. Ong uguale trafficanti, sostituzione etnica, ma quando mai! Era il primo luglio 1998 e se in mare c’era gente che moriva, il primo pensiero e la prima necessit erano di prestare soccorso e di salvare. Oggi no. Reduci siamo da troppi racconti falsi e urlati, da notizie manipolate, da campagne social il cui unico scopo stato quello di disumanizzare chi arriva, chi soffre e chi presta soccorso, chi salva, chi difende. Ma migrare un diritto, un diritto inalienabile, perch si emigra per necessit. Ci provano, mettono in campo tutta la disumanit di cui sono dotati, ma nessun racconto, nessun governo, nessuna legge potr mai impedire alle persone di cercare migliori condizioni di vita.

27 maggio 2023 (modifica il 27 maggio 2023 | 18:59)



Fonte: https://www.corriere.it/sette/opinioni/23_maggio_27/cimitero-parole-luoghi-comuni-contro-chi-cerca-possibilita-b5082f38-f7b2-11ed-9764-fa66af6d37cf.shtml

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