Urbano Cairo e gli studenti di Fossano: il Giro d’Italia, il Derby e la fortuna «che esiste, ma va aiutata»
diMassimiliano Nerozzi
Il tentativo di «conversione» del sindaco juventino Dario Tallone e l’elogio del talento e della perseveranza: «A scuola, negli affari e nella vita»
Tra Giro d’Italia, che dopo oltre trent’anni ritrova un arrivo di tappa nella Granda (la provincia di Cuneo), a Fossano, e il derby di sabato (13 aprile) Toro-Juve, il presidente di Rcs (e dei granata) Urbano Cairo tiene incollati per quasi un’ora oltre cento studenti delle terze del liceo scientifico/linguistico Ancina; e, subito dopo, premiato dal Comune, tenta la conversione del sindaco (juventino) Dario Tallone.
Il primo cittadino gli aveva regalato un quadro, Cairo una maglia personalizzata del Toro: «Una conversione, sulla via di Fossano»; ha sorriso il presidente. E Tallone: «Se la foto la fate circolare il meno possibile…». Risate di tutta la sala consiliare. Dietro e attorno, la maglia rosa e l’altimetria della terza tappa, che arriverà qui il 6 maggio. E per la quale c’è già grande attesa in paese, tra notti rosa e pedalate collettive, e campioni, come Vincenzo Nibali, atteso lunedì prossimo (15 aprile). «Il Giro è l’unico grande spettacolo per il quale il pubblico, chiunque, non paga un euro di biglietto», commenta il senatore Giorgio Maria Bergesio.
Davanti agli studenti, Cairo aveva parlato della scuola («ero bravo in matematica»), del liceo («un mondo diverso, con le assemblee, cui partecipavo») e della Bocconi («cambiai marcia») e, soprattutto, dei «sogni, che ognuno deve avere». Va da sé, qualche battuta sul pallone: «Mi fa piacere vedere qualche maglia granata, anche se mi dicono che questo è un feudo Juve: come siete messi?».
La scalata iniziò all’università: «Ho ribaltato un periodo un po’ particolare. sono partito con la marcia giusta». Poi lo stage a New York («esperienza pazzesca»), un libro – The power that be, sui media americani, tv e giornali – Berlusconi, la pubblicità, La7, Il Corriere della Sera con Rcs. «Il giorno dopo, il 16 luglio 2016 mi chiama Berlusconi: hai fatto quel che a me non era riuscito».
E poi i social: «oggi sei bombardato dalla comunicazione». Poi, le domande dei ragazzi, su dei post-it gialli. Cairo non si sottrae: «Il talento, anche nel calcio è importante, ma poi vedo tanti ragazzi cui manca la costanza, la disciplina, la voglia di impegnarsi». Non è il suo caso, racconta: «in 4 mesi e 17 giorni abbiamo fatto la quotazione (in Borsa), invece che in 8 mesi come capita quasi sempre: facevo le sei tutte le mattine, non per andare in discoteca».
E ancora: «Ci vuole fortuna, ma va aiutata: devi essere pronto a prendere le possibilità, quando hai poco tempo per decidere. Nulla accade se non l’hai sognato prima, bisogna avere dei sogni». È il messaggio che resta di più nella testa dei ragazzi, a sentirli. Perché poi è Cairo a chiedere ai giovani cosa pensano. O che parole abbiamo afferrato dall’incontro: «Sogno – dicono i ragazzi – determinazione, non arrendersi». Il presidente di Rcs risponde: «Mio nonno diceva: quando sei in difficoltà, raddoppia gli sforzi». Ancora gli studenti con commento in diretta di Cairo: «Ambizione (“brava”), passione (“che è fondamentale”), rischio (“qualche rischio va preso”)».
Chiosa ancora il numero uno del Toro: «In Italia il fallimento viene considerato in maniera troppo negativa; quello che conta è provarci, non avere paura del fallimento, ci può stare che qualcosa vada storto». Saluta: «In bocca al lupo, non mollate mai». E il rappresentare di istituito, Samuele Toti, 18 anni, gli regala la felpa del liceo: «Colore del Toro, alla grande», sorride Cairo.
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