«Vedo figure con nuove responsabilità esprimersi con leggerezza»- Corriere.it


di Paolo Conti

La presidente dell’Ucei: «Il 25 aprile è la festa degli italiani, anche di noi ebrei»

Oggi, 25 aprile, la presidente dell’Ucei, Unione delle Comunità ebraiche, Noemi Di Segni parteciperà alle
manifestazioni per la Liberazione a Milano
. È la prima presenza ufficiale di un presidente Ucei nella giornata della Liberazione a Milano.

Cosa significa il 25 Aprile per gli ebrei italiani?

«In quel giorno del 1945 significò poter uscire per le strade, guardare il sole, respirare senza avere il terrore di doversi nascondere per non essere uccisi, catturati, deportati. Ancora il 24 tutto questo era possibile. Nel giro di poche ore tutto cambiò: per gli ebrei, per i partigiani, per ogni italiano. Ed è impressionante pensarlo. Oggi il 25 Aprile è una festa di tutti gli italiani, un essenziale momento di identità nazionale. Una festa dell’intero Paese: non solo della sinistra o di chi è legato politicamente all’eredità della Resistenza. È una festa anche di noi ebrei perché siamo parte integrante di tutte le fasi storiche del nostro Paese: un filo conduttore importante, eravamo e siamo parte di questa Nazione. È bene riflettere su cosa sarebbe stata l’Italia se a vincere fossero stati i nazifascisti: della vittoria degli Alleati e dei Resistenti hanno beneficiato tutti gli italiani che hanno ritrovato la libertà e battuto il totalitarismo nazifascista. Quella libertà non è scontata e va difesa ogni giorno».

Dopo le discusse dichiarazioni del presidente del Senato, Ignazio La Russa, è aperto il dibattito sulla Costituzione e sulla sua identità antifascista. Lei cosa pensa?

«Non voglio rispondere su singole dichiarazioni. Ma la Costituzione della Repubblica, nei suoi principi fondamentali e nell’assetto degli organi costituzionali, ha inteso ricostruire il Paese su valori ben precisi che sono, nella loro stessa sostanza, una risposta alla dittatura e un argine al rischio che possa ripetersi un’esperienza devastante come il fascismo, la dittatura, il totalitarismo. Molti valori apparivano già nello Statuto Albertino ma la Costituzione ne dà una sistemazione a un livello più alto di qualsiasi altra norma ordinaria. Li blinda».

Lei ha spesso insistito sulla richiesta a Giorgia Meloni perché prenda una chiara posizione di antifascismo.

«Se questo è un governo di destra che ritiene di essere portatore di valori democratici e di poter prendere, nel suo pieno diritto, posizioni interne e in campo europeo in materia di lavoro, mercato, politica estera e tutto il resto, non ci dovrebbe essere alcuna difficoltà nel condannare, in maniera lineare e coerente, le aberrazioni del fascismo. E quindi nel prenderne limpidamente le distanze condannando ogni possibile nostalgia per quel tragico capitolo della nostra storia».

Pensa che ci siano stati passi indietro rispetto a Gianfranco Fini che definì il fascismo il «male assoluto» nel 2003?

«Non mi sento di affermarlo. E non lo penso. Né credo a un progetto revisionista. Vedo figure con nuove responsabilità che si esprimono con leggerezza. Leggerezza che rischia di diventare legittimazione di ciò che non si può legittimare, cioè proprio il fascismo.»

Luciano Violante, intervistato ieri sul «Corriere della Sera» da Roberto Gressi, ha affermato che il vero pericolo oggi è rappresentato dal razzismo e dall’antisemitismo.

«Oggi vediamo quotidianamente contesti e sfaccettature di questi due oscuri fenomeni che emergono in Italia. Il governo Meloni ha scelto il prefetto Giuseppe Pecoraro come Coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo: un importante riconoscimento del problema, insieme abbiamo delineato iniziative da portare avanti. Nel tema dell’antisemitismo si innesta anche l’odio per Israele, la sua delegittimazione come Stato democratico. Un problema che non è in seno al governo ma di alcuni settori della società italiana».

Molto spesso i rappresentanti della Brigata Ebraica sono contestati nei cortei del 25 Aprile, nonostante i tanti ebrei partigiani uccisi durante la Resistenza. Perché?

«Qui torniamo al tema dell’antisemitismo come odio e demonizzazione di Israele. Il vessillo della Brigata Ebraica della Resistenza ha ispirato la bandiera attuale di Israele. E così il 25 Aprile registra una sorta di automatismo: la liberazione di tutti i popoli, ovunque, dunque anche dei palestinesi contro certi atteggiamenti di Israele che molti arrivano a paragonare al nazismo. Una vera aberrazione. Ci sono state persino avvisaglie di minacce e di incursioni fisiche contro chi progetta di manifestare per le strade il 25 Aprile sotto i vessilli della Brigata Ebraica. E non parlo solo di Milano».

24 aprile 2023 (modifica il 24 aprile 2023 | 22:30)



Fonte: https://www.corriere.it/politica/23_aprile_24/di-segni-vedo-figure-nuove-responsabilita-esprimersi-leggerezza-45bb7d20-e2da-11ed-ab75-b8a1ffdbb100.shtml

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