La serie Rai su Leopardi è una “una parodia involontaria”? Aldo Grasso stronca e il regista Sergio Rubini risponde: “A costo di sembrare populista…”
Cosa nota è che RaiUno abbia mandato in onda una serie tv sulla vita di Giacomo Leopardi che ha portato a casa buoni risultati in termini di share. Cosa forse meno nota è che Aldo Grasso, critico blasonato del Corriere della Sera che non ‘le manda a dire’, l’abbia stroncata senza appello. Cosa ha scritto? “Che cos’è, il classico ‘Leopardi for dummies’, un bignamino liberamente ispirato alla vita del poeta? Che cos’è, una parodia involontaria, cioè una parodia che non ha il coraggio di essere tale? Che cos’è, David Copperfield in versione recanatese, con Pietro Giordani agghindato come Zucchero Fornaciari? Non ho capito perché quel personaggio si chiamasse Giacomo Leopardi: è vero che c’erano tutti i luoghi comuni sul poeta…“. Insomma, una stroncatura in piena regola, con Grasso definisce la fiction al limite della “caricatura“. Ma chi è il regista della serie? Sergio Rubini. E quando ha letto queste parole non deve averla presa benissimo tanto che ha risposto, a mezzo de Il Foglio: “A costo di sembrare populista, voglio dire una cosa: Leopardi è la nostra storia. È la storia d’Italia, siamo noi a doverla raccontare. Si tratta di dare valore al patrimonio italiano, di credere nel pubblico, che oggi è svolto da serie tv come la mia. I critici fanno i critici. Io non questiono sui giudizi di merito. Penso però, nel metodo, che la mia serie sia uno spartiacque. I critici mi stroncano, ma quello che ho fatto io è quello che dovrebbe fare la Rai: misurarsi con il mercato, con Netflix, e poi divulgare, incuriosire i giovani e meno giovani su uomini che non siano solo preti o commissari, ma anche scrittori e intellettuali“.